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giovedì, Maggio 2, 2024

L’umanità chiama! Qualcuno risponda…

54 migranti hanno perso la vita a causa di un incidente al confine tra Messico e Stati Uniti d’America.
Si tratta di uno dei peggiori incidenti mortali, a carattere migratorio, che hanno avuto luogo negli ultimi anni. L’ultimo ad aver avuto una certa rilevanza mediatica ebbe luogo nel lontano 2010, anno in cui un numero ingente di migranti fu ucciso nello stato messicano di Tamaulipas dai Los Zetas, organizzazione criminale messicana specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti.

Dati statistici alla mano, dal 2014 ad oggi, centinaia di migliaia di migranti hanno tentato di raggiungere illegalmente gli Stati Uniti d’America, molte volte non riuscendoci.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha calcolato che, in poco più di sette anni, 3.576 sono le morti accertate durante questi lunghi viaggi dispendiosi e pericolosi, mentre  altre centinaia di migranti ancora oggi risultano disperse.
Purtroppo, il fenomeno delle migrazioni irregolari non è nuovo alla comunità mondiale.

Le migrazioni ci sono sempre state. Come sostiene la teoria neo marxista a riguardo, queste forme di mobilità territoriale volontaria esistono perché vi sono differenze di sviluppo tra Nord e Sud del mondo sviluppatesi a causa di fenomeni quali colonialismo, imperialismo e neocolonialismo attuati dalle ex potenze colonizzatrici o per meglio dire l’Occidente.
Occidente che ha depauperato nel corso degli anni numerosi Paesi in Africa, Asia e America Latina delle loro risorse naturali e della loro preziosa manodopera, mantenendo ancora oggi tramite ingerenze economiche e politiche rapporti di subordinazione.

La sociologia ha iniziato a studiare le migrazioni dal 1830. Nel XIX secolo, i flussi migratori erano perlopiù a carattere economico.

Avvenimenti storici quali la caduta del muro di Berlino, la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, la caduta dello Stato jugoslavo in seguito alla morte del generale Tito, l’arrembante nazionalismo serbo maturato in quei territori e l’aumento dei conflitti in Medio Oriente hanno cambiato lo scenario geopolitico mondiale, incrementano i flussi migratori e la motivazione alla base di essi.
I governi degli Stati nazionali, così come la comunità europea, hanno incontrato sempre più difficoltà nel regolamentare flussi migratori di tale portata, in virtù anche di politiche di accoglienza e integrazione divenute sempre più restrittive e selettive ( con lo scopo di fare diminuire l’entrata di manodopera poco qualificata nei rispettivi mercati di lavoro nazionali e accogliere solamente le persone altamente qualificate in base ad un sistema a punti “skilled migrations” come quello vigente al giorno d’oggi in Canada e Australia).

Le migrazioni naturalmente non si sono fermate nel corso degli anni, bensì si sono reinventate per cercare di aggirare le varie legislazioni nazionali e gli accordi internazionali stipulati in materia di accoglienza. In un mondo sempre più globalizzato, interdipendente e interconnesso, migrare risulta molto più facile di una volta.
Ricongiungimenti familiari, matrimoni forzati e metodi illegali sono le strade percorribili dalle persone che sperano di lasciare i loro luoghi di origine.
La ragione alla base dell’aumento costante dei flussi migratori irregolari segue quindi la seguente dinamica: persone disperate che non trovano possibilità di migliorare la loro vita, di poter costruire un futuro migliore nelle loro terre natie, che scappano da guerre, disastri climatici, idrogeologici, carestie ma verso i quali la comunità internazionale molto spesso non prende una netta posizione.

Questi disperati pagano e si indebitano nei confronti di organizzazioni criminali che promettono loro un radicale cambiamento nelle loro vite. Queste organizzazioni criminali generalmente si strutturano in due livelli: smuggling e trafficking per dirla all’inglese.
In poche parole, reclutano nelle società di origine i potenziali migranti, intascano la somma pattuita e procurano loro documenti falsi per aggirare le frontiere, biglietti di viaggio, vitto e alloggio nella società ricevente, inserendoli nel mercato del lavoro una volta arrivati a destinazione.
Naturalmente, il debito maturato nei confronti di questi criminali non si estingue facilmente: è il caso della prostituzione nigeriana e albanese, le donne reclutate vengono poi costrette con l’inganno a prostituirsi per essere sfruttate ed incrementare il profitto di questi signori che agiscono lì dove la legalità fallisce

Tornando al tragico avvenimento avuto luogo nelle scorse ore in territorio messicano, la colpa di quanto accaduto sembra sia dell’autista del tir nel quale erano nascosti i migranti e della folle velocità a cui guidava il mezzo forse per sfuggire ai controlli delle autorità di frontiera. Autista di cui attualmente si sono perse le tracce.
Si stima che i migranti presenti nel tir, la maggior parte originari del Guatemala, fossero più di 100 e che fossero in procinto di attraversare uno stato messicano per dirigersi verso la frontiera statunitense. La somma per intraprendere il viaggio ammontava tra i 2.500 e i 3 mila dollari. Viaggio di speranza che purtroppo si è trasformato in una tragica e dolorosa fine.  

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