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sabato, Aprile 20, 2024

Una squadra di abatini contro il Coronavirus?

Convivere con il Coronavirus non è possibile. Eppure molte volte ci siamo sentiti ripetere l’esatto contrario. Il leit motiv degli ultimi mesi è stato proprio il seguente: dobbiamo imparare a convivere con il Coronavirus. 

La ragione dell’impossibilità di un tale auspicio risiede proprio nel significato della parola convivenza. La convivenza, infatti, presuppone che l’altro da me sappia riconoscere il suo spazio e allo stesso tempo rispettare il mio. Una libertà rispettosa nella quale è possibile crescere e stare insieme. Certo, il virus non è una persona, ha “regole di vita” diverse, ma il suo è un comportamento invadente, non certamente rispettoso.

Per comprendere meglio: è possibile forse auspicare una convivenza con il malaffare, la mafia, la corruzione? Assolutamente no. Sono realtà, virus altrettanto subdoli che devono essere estirpati una volta per sempre. Nel caso della mafia, della corruzione, del malaffare, il vaccino esiste già, eppure non è così richiesto, come invece dovrebbe essere. Questo dà da pensare, no?

Per il vaccino contro il Coronavirus dovremo ancora attendere. Nel frattempo? Forse non abbiamo compreso quanto le misure messe in campo per contenere la diffusione del virus stiano incidendo ed incideranno sulle nostre vite e sulla vita del Paese. Non lo abbiamo compreso perchè è difficile prevedere a lungo termine l’esatto risultato di restrizioni e sospensioni. Possiamo tenere in considerazione alcuni dati, attraverso previsioni, ma non possiamo certo prevedere gli inediti che il futuro, in quanto tempo a venire, potrà portare con sè.

C’è un altro motivo, però, che ci impedisce di valutare bene le conseguenze dei provvedimenti che in queste ore bollono nel calderone dell’ennesimo DPCM: la ratio delle scelte dalle quali i provvedimenti normativi stessi scaturiscono.

E’ abbastanza evidente che alcune delle misure messe in campo siano in contraddizione tra di loro. Forse la contraddizione è solo apparente e/o dovuta ad una scarsa chiarezza dei testi? Se fosse vera quest’ultima ipotesi, non è davvero possibile e accettabile che una intera categoria commerciale dipenda dalla scelta di un termine al posto di un altro, da una svista, da una incompletezza.

Il sistema del tracciamento dei contatti è saltato in molte regioni e questo dà la misura della debolezza della squadra al vertice. Tutta l’attenzione si sta concentrando sulle abitudini degli italiani, sul lavoro e sulla scuola. Nessun riferimento ai mezzi di trasporto e al loro mancato adeguamento alla normativa anti Covid, come anche agli impegni assunti a marzo dal governo e ancora disattesi, di cui Carlo Cottarelli fa menzione in un tweet: “A marzo il governo aveva stanziato centinaia di milioni per 3800 letti di terapia intensiva. Al 9 ottobre ne erano stati realizzati solo 1279. Le responsabilità andranno chiarite. Ma ora basta litigare su chi ha sbagliato: comprateli questi letti! E subito!!!”

Riuscire oggi a contenere la diffusione del virus non significa aver risolto il problema. Domani ci ritroveremo con gli stessi problemi di oggi, se continuiamo ad adottare le stesse soluzioni, se non adottiamo misure differenti.

Il punto è che non possiamo permetterci una squadra di governo composta da abatini. L’abatino, nel linguaggio dei commentatori sportivi, è un atleta dotato di classe e capacità tecniche, ma di scarsa potenza fisica. Il risultato di questa combinazione è l’inconcludenza e la poca incisività. E’ innegabile aggiungere a questo stato di cose gli interessi di parte e la paura di perdere consenso. Anche il puntare il dito contro le Regioni, come ha fatto nelle ultime ore il dott. Ricciardi, non serve e non può essere un rimedio o una risposta. Non possiamo, in ogni caso, essere noi cittadini a pagare il costo di una crescente confusione.

Questo è il momento della partita delle partite. Noi cittadini sugli spalti possiamo fare il tifo, in modo ordinato e pacato, consapevoli di non poterci permettere adesso nuove elezioni politiche, ma il tiro in porta lo deve fare qualcun altro.

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