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venerdì, Aprile 19, 2024

Una sentenza importante

La sentenza del TAR del Lazio che annulla lo scioglimento del Consiglio comunale di Marina di Gioiosa Jonica è  destinata a fare storia, a mio avviso. Ci sono tanti punti nel testo della sentenza che andrebbero evidenziati, ma mi soffermo sul quello che ritengo sia il più significativo: “Valga per tutti quanto precisato dal Consiglio di Stato, secondo cui lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose costituisce una misura straordinaria di prevenzione”.
La percezione che si ha, negli ultimi tempi, è che la misura straordinaria sia divenuta ordinaria.

E’ vero, viviamo in un territorio difficile, ad alta densità mafiosa, ma chi legge la nostra storia, le vicende della nostra terra non può e non deve indossare le lenti del pregiudizio. Questa mattina, dopo aver appreso la notizia, ho gioito perchè un Comune della Locride, ingiustamente penalizzato, ha potuto riscattare la sua attività e la sua immagine, ma ho anche sofferto per aver compreso, ancora di più, quanto la democrazia e la vita delle nostre città possa essere facilmente colpita.

La sentenza del TAR del Lazio, in fondo, chiarisce proprio questo: con una attenta e giusta lettura dei fatti e delle situazioni, anche dei pareri espressi nella relazione della Commissione d’accesso, tutto questo avrebbe potuto essere evitato. Pertanto, alla luce del punto precisato dal Consiglio di Stato, quello per cui “lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose costituisce una misura straordinaria di prevenzione”, e della possibilità di fare chiarezza, ovviando al peggio, attraverso una lettura dei fatti e delle circostanze libera da pregiudizi, emerge che, forse, e dico forse, non è tanto la legge a dover essere cambiata, ma qualcos’altro.

E’ giusto, infatti, perseguire i reati, contrastare duramente la malavita organizzata, ma è altrettanto giusto incoraggiare l’opera di quegli onesti cittadini che si mettono a servizio del bene comune e non umiliare il voto degli cittadini che credono ancora nella partecipazione alla vita pubblica.

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