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venerdì, Aprile 19, 2024

Un pensiero ritrovato

Questa sera ritrovo un pensiero importante, scritto lo scorso giugno. Mi accorgo quanto sia utile per me oggi, più di quanto non lo sia stato nel momento in cui l’ho scritto. Oggi credo ancora più fermamente nel necessità di cambiare per crescere, per rispetto alla propria storia, al proprio impegno. Parliamo di tante cose, tanti sono gli argomenti che mettiamo sul tavolo e intorno ai quali ci confrontiamo.

Cresce l’incapacità di comprendere e comprendersi. Nutriamo la convinzione di poter vivere la contemporaneità, pur avendo smarrito il senso ed il rispetto per l’altro, per colui che è persona. Carichi di pregiudizi non riusciamo a leggere bene la realtà nella sua complessità: chi è stato vittima rimarrà per sempre vittima, non importa se commetterà sbagli. Così chi è carnefice rimarrà sempre un carnefice, non importa se proverà a riscattarsi.

Così facendo non è possibile andare lontano. Infatti, non è lontano che è possibile continuare a crescere, bensì altrove. Lì dove ti porta il cuore.

Ci sono dei luoghi in cui non è più possibile tornare. Non perché venga meno la capacità di accedervi, di dimorare, di trascorrervi del tempo. Semplicemente ti accorgi che, mentre ti trovi fisicamente in quel luogo, in realtà tu sei già altrove, il tuo cuore è fuori che aspetta, che brontola perché non ti vede arrivare.

E dove ti vuole portare il tuo cuore? A cercare e trovare ciò che per te è importante.

Proprio qualche giorno fa mi sono divertita ad osservare due bambini a messa con la loro mamma. Durante l’ offertorio la signora ha consegnato una moneta a ciascuno dei suoi figli. I bambini, al momento opportuno, con una gioia quasi incontenibile, hanno lasciato andare la loro offerta insieme alle altre. Missione compiuta!

Ecco, l’ episodio, oltre ad avermi divertito e intenerito, mi ha anche fatto capire che ognuno di noi avverte nel proprio cuore qual è l’ offerta che vuole donare, il talento che è chiamato a condividere, per il bene degli altri, della città.

Quando un luogo imprigiona, ti impedisce di crescere e di metterti in gioco, quando ti costringe in qualche modo ad occuparti di piccinerie, di egoismi e di vanagloria, allora è tempo di ringraziare, di lasciare (che non vuol dire abbandonare), di salutare e proseguire.

Per andare dove? Il cuore è una bussola, non è un navigatore.

Indica la direzione, il resto …passo dopo passo, senza mai dimenticare l’offerta da consegnare.

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