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martedì, Ottobre 3, 2023

Un numero verde contro il caporalato

Sono giorni, ormai, che i sindacati chiedono al Governo di passare dall’intenzione all’azione nella lotta contro il caporalato.

Sembrano lontani i tempi del grande entusiasmo per la firma del Protocollo d’Intesa contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, eppure da allora è trascorso poco più di un mese. Che fine ha fatto lo slancio che ha portato a siglare quell’ accordo, anche se il suo contenuto poteva lasciare facilmente intendere che sarebbe stato difficile concretizzare nel breve periodo quanto auspicato e messo nero su bianco? Ciò che rimane difficile da comprendere è come mai, ad oggi, tra le misure più veloci da adottare, nessuno abbia pensato all’ istituzione di un Numero Verde che possa consentire alle persone di denunciare i casi di sfruttamento di cui sono a conoscenza o alla vittima stessa di chiedere aiuto.

Un primo passo per dare l’avvio ad un’azione ferma e decisa di contrasto alla piaga del caporalato e della schiavitù lavorativa. Una vera e propria spallata ad un clima di stallo che perdura da tempo, anche se i diversi annunci potrebbero indurre a credere il contrario.

Nel sito del Ministero dell’Interno è possibile consultare una sezione dedicata ai numeri utili, oltre a quelli dedicati alle Forze dell’Ordine, a cui tutti noi possiamo rivolgerci per chiedere informazioni, soccorso.

Un vero e proprio ponte tra le persone e le istituzioni per affrontare insieme una vasta area di emergenze: dal sostegno alle donne vittime della violenza all’emergenza infanzia; dal servizio di prevenzione e contrasto alle discriminazioni al servizio antitratta; dal numero unico europeo per la scomparsa dei minori al servizio di prevenzione e contrasto delle pratiche di mutilazione genitale femminile.

Mano a mano che in Italia, infatti, si è presa coscienza dell’acuirsi di determinate problematiche, a seguito delle denunce delle vittime stesse, come anche delle inchieste messe in piedi dai giornalisti, sono stati istituiti, grazie anche ad una sensibilità sussidiaria, dei numeri dedicati, numeri davvero “speciali”. Pensiamo a Telefono Azzurro, Telefono Rosa, che comprende anche lo sportello stalking, il Numero Verde contro l’abbandono degli animali, contro la ludopatia, contro il cyberbullismo.

Oggi è anche il tempo del caporalato e della violazione dei diritti umani che quotidianamente si consuma tra la polvere delle nostre terre, baciate dal sole e irrigate dalle lacrime delle numerose vittime. Caporalato, come asserito più volte, vuol dire lavoro nero, schiavitù, prostituzione, droga.

Qualcuno potrebbe suggerire che per denunciare il lavoro nero è possibile chiamare la Guardia di Finanza componendo il 117 oppure, per altri reati, contattare i Carabinieri digitando il 112. Beh, anche per la violenza contro le donne, o contro i bambini, sarebbe stato sufficiente chiamare le Forze dell’Ordine competenti, ma evidentemente l’esperienza ha consigliato di attivare strade diverse, percorsi specifici, oltre che speciali, con attività mirate, che oggi costituiscono dei veri e propri punti di riferimento per chi è vittima della violenza e della sopraffazione. Proprio come sta succedento a Caserta dove è stato attivato un centro di ascolto contro il caporalato, “Centro di Ascolto Legalità Lavoro Agricolo” (C.A.L.L.A.) costituito presso l’Ispettorato del Lavoro di Caserta (ANSA).

E se proprio non si volesse istituire l’ennesimo Numero Verde, potrebbe esserci un’altra soluzione. Poichè esiste il Comando Carabinieri per le Politiche Agricole ed alimentari, che gestisce il Numero Verde 800020320, le richieste di aiuto, sostegno e denuncia dei cittadini che vogliano partecipare alla lotta contro il caporalato o delle vittime stesse, potrebbero essere indirizzate a  questo recapito.

Al momento il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari svolge controlli straordinari sull’erogazione e percepimento di aiuti UE nel settore agroalimentare, della pesca ed acquacoltura, sulle operazioni di ritiro e vendita di prodotti agroalimentari, ivi compresi gli aiuti a Paesi in via di sviluppo e agli indigenti.  Esercita controlli specifici sulla regolare applicazione dei regolamenti UE e concorre, concordandosi con l’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, nell’attività di prevenzione e repressione delle frodi nel settore agroalimentare (fonte Mipaaf). Gestire, pertanto, anche le denunce in merito alla piaga dello sfruttamento lavorativo in ambito agricolo non potrebbe costituire un aiuto per il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari nell’opera che già svolge.

Il suggerimento è lanciato. Sarà accolto?

 

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