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venerdì, Settembre 22, 2023

Quale ruolo della Cisl nella città metropolitana di Reggio Calabria?

In un’epoca di disintermediazione, quale può essere il ruolo del sindacato Cisl nella città metropolitana di Reggio Calabria? Perchè parliamo di processo di disintermediazione?

Qualche anno fa, sulle colonne di un importante quotidiano nazionale, il sociologo Giuseppe De Rita scriveva che “Comincia a farsi strada il sospetto che non abbia giovato molto alla politica e al sistema la grande e reclamizzata epopea della disintermediazione. In nome del primato della rapidità decisionale abbiamo avuto, da Monti in poi, anni in cui si è molto lavorato allo smantellamento del mondo della mediazione sociopolitica e degli enti che per tradizione ne sono stati protagonisti”.

A fronte di questa constatazione, supportata da uno svariato elenco di fasi e modalità attraverso cui questo processo di disintermediazione sarebbe stato sostenuto, il sociologo proseguiva la riflessione descrivendo la conseguenza brutale della traccia avviata: “Non ci si è resi forse conto che quando c’è un vuoto, qualcuno lo va a riempire. E così sta avvenendo: al posto dei marginalizzati enti intermedi prendono spazio i più svariati operatori di un lobbismo sempre più strisciante e particolaristico, incapace di ragionare in termini di interessi generali. Nasce così un’altra epopea: quella dell’emendamento finalizzato, specifico, mirato; portato avanti da personaggi legittimati (si fa per dire) solo dalle loro effervescenti relazioni amicali, parapolitiche, finanziarie, magari sentimentali”.

Per queste ragioni è bene ed opportuno evidenziare come l’evento svoltosi a Reggio Calabria, conclusosi appena qualche ora fa, non dovrebbe essere ricordato semplicemente come il X Congresso territoriale della Cisl, ma come un punto di svolta per ritornare a parlare del ruolo sano dei corpi intermedi, in particolar modo del sindacato. Nella relazione della Segretaria Generale Rosy Perrone, che ha ricevuto il mandato a guidare la Cisl di Reggio Calabria per i prossimi quattro anni, oltre ad essere stati evidenziati i punti di impegno che il sindacato si è assunto, come lavoro, welfare, contrattazione, agricoltura e forestazione, cultura dell’innovazione, donne e famiglia, immigrati, edilizia, legalità, sono emersi alcuni passaggi che giustificano e valorizzano, oggi, il ruolo buono del sindacato nella città metropolitana:

  • la volontà di mettersi in gioco e la capacità di riconoscere alle istituzioni politiche il loro ruolo senza voler in alcun modo sostituirsi ad esse;
  • il sostegno al servizio politico senza applicare sconti, nella consapevolezza che in gioco c’è il futuro del territorio metropolitano, come di tutta la Calabria, del Mezzogiorno, dell’Italia;
  • la capacità di ragionare tenendo presente il contesto europeo e non solo, premessa imprescindibile per contrastare il becero provincialismo che ha fatto e fa tanto male alla nostra terra;
  • la volontà di essere interlocutore e promotore di dialogo con le altre parti sociali, per dare concretezza ai progetti in campo, soprattutto quelli di sviluppo e inclusione sociale, per allontanare sempre di più il pericolo, oltre che lo spettacolo indecoroso e controproducente, di una guerra tra poveri;
  • l’attenzione ai giovani, in particolare ai disoccupati, ai cervelli in fuga e ai “cervelli in gabbia”, che non riescono a trovare lo spazio necessario per poter esercitare le proprie competenze;
  • l’impegno per la legalità e il contrasto alla mafia e alla mafiosità;
  • il riconoscimento del principio di sussidiarietà connesso con la solidarietà, perchè, come ricorda Papa Benedetto XVI nella Caritas in Veritate, “se la sussidiarietà senza la solidarietà scade nel particolarismo sociale, è altrettanto vero che la solidarietà senza la sussidiarietà scade nell’assistenzialismo che umilia il portatore di bisogno”.

In un tempo in cui molta è la solitudine, l’incertezza, la precarietà, come tanti sono i cambiamenti, è importante che il più debole possa contare su una istituzione che vuole essere presente, non semplicemente visibile; una istituzione che vuole includere e non escludere, trasformandosi così in una ulteriore casta o lobby di turno; una istituzione che desidera invitare l’interlocutore politico a progettare e agire con lungimiranza. Tutto questo, come riportato nella relazione della Segretaria Generale Rosy Perrone, “per mettere in campo un programma che riesca a far uscire la neo città metropolitana da un isolamento che ormai non è più gestibile con azioni mirate a tamponare le emergenze che ormai sono divenute pane quotidiano”.

Secondo la Cisl, i quattro pilastri su cui fondare la Città Metropolitana di Reggio Calabria sono: il lavoro, la persona, la legalità, l’eguaglianza di opportunità, come ha ricordato il tema stesso del X Congresso territoriale. Perchè questi pilastri siano robusti e la città metropolitana sia fondata, o rifondata, su fondamenta solide, è necessario l’apporto di tutti.

Ognuno deve fare la sua parte e farla, con coerenza, fino in fondo.

 

 

 

 

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