La Colombia ottiene un risultato importante per il suo futuro politico e sociale:per la prima volta nella storia del Paese sudamericano,infatti,le elezioni sono state vinte dal candidato di sinistra Gustavo Petro.
Il neopresidente, economista ed ex sindaco di Bogotà , ha dimostrato negli anni di amministrazione comunale di essere in grado di fronteggiare importanti problematiche come la lotta alla corruzione e la tutela delle minoranze etniche presenti nel territorio.
La cerimonia di insediamento è stata fortemente simbolica: il nuovo Presidente ha portato con sé la spada di Simon Bolivar, combattente venezuelano simbolo dell’indipendenza ottenuta dalla Colombia (ex colonia spagnola) dalla madrepatria.
Un altro importante segnale di cesura col passato è stata la nomina alla vicepresidenza di Francia Marquez, giovane donna afrocolombiana (un unicum nella storia della Nazione). Anche i dicasteri di Salute, Cultura e Ambiente saranno presieduti da donne.
Il nuovo governo, entrato ufficialmente in carica il 7 agosto, sta riscontrando però già diverse critiche a causa dell’agenda “troppo riformista ed innovativa” stilata dai ministri dell’esecutivo. Le parole cardine, utili a riassumere il programma di governo, sono infatti pacificazione, tutela delle minoranze, riforme strutturali del sistema Paese e sostenibilità ambientale.
Tra i punti attualmente in discussione, infatti, si trovano il graduale affrancamento dall’uso del petrolio a favore di fonti di energia rinnovabili ed una tassazione progressiva per favorire una redistribuzione equa della ricchezza a favore delle classi sociali più deboli.
Ulteriore passaggio di fondamentale importanza è rappresentato dalla riforma scolastica e del sistema sanitario. L’esecutivo si impegnerà , inoltre, a combattere il traffico di droga e i numerosi episodi di violenza per le strade del Paese portata dalle bande trafficanti droga e i vari gruppi paramilitari che dagli anni ’70 hanno portato la Colombia sull’orlo di una guerra civile.