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domenica, Maggio 28, 2023

Questione democrazia

Ebbene sì, ci troviamo nel 2022. Il mondo in cui viviamo è sempre più globalizzato, interconnesso ed interdipendente. L’umanità, grazie ai graduali progressi in campo scientifico e tecnologico ed ai diritti ottenuti in campo civile e sociale, dovrebbe poter vivere serenamente. Invece, ancora oggi notiamo una netta cesura tra società occidentali ed il resto del mondo.

Gettando uno sguardo a quanto sta accadendo in Tunisia e nello Stato del Myanmar (in Asia), è evidente come questi Paesi e le loro rispettive classi dirigenti non abbiano una minima idea di cosa siano i diritti civili.

I cittadini di questi due Paesi non godono a pieno né di  libertà di stampa né di libertà di manifestazione del proprio pensiero. Per non parlare della separazione effettiva dei poteri: un’utopia.
Il governo tunisino sta infatti approvando una nuova carta costituzionale che avrà come risultato la quasi totale esautorazione del Parlamento e il conferimento di gran parte dei poteri al Presidente in carica.

Quest’ultimo, infatti, potrà esercitare una forte influenza sia sul Parlamento sia sulla magistratura. Il governo, ridotto a mero simbolo del potere esecutivo, sarà scelto completamente dal Presidente e non avrà bisogno della fiducia parlamentare.

Spostandoci dal continente africano in quello asiatico, c’è da rabbrividire: quattro oppositori politici sono stati condannati a morte in Myanmar per essersi opposti alle scelte politiche del regime.
Si tratta delle prime condanne a morte dal 1988. Scelta che evidenzia come sia in atto una deriva autoritaria del Paese asiatico.

Forte preoccupazione arriva dalle Nazioni Unite e dall’intera comunità internazionale che condannano questa decisione presa dal regime militare attualmente al potere.

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