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venerdì, Settembre 22, 2023

Mezzogiorno inoltrato

Ancora una volta la domanda fatidica è: quale posto occupa il Mezzogiorno nei programmi delle forze politiche candidate alle elezioni dell’ormai prossimo 25 settembre?

Chissà, forse è già un risultato che ci sia ancora qualcuno a porsi e a porre la domanda? No, e non è di sarcasmo che abbiamo bisogno. Dunque, volto pagina.

Credo sia meritevole di attenzione il vademecum curato dalle Unioni Industriali di Napoli, che presto sarà consegnato ai leader politici. Nel testo sono indicati i temi strategici per lo sviluppo del Sud. Tre i punti chiave: Mezzogiorno come motore produttivo del Paese, meno fisco per compensare le diseconomie, una struttura nazionale per promuovere lo sviluppo.

Perchè definisco il vademecum meritevole di attenzione? Non solo per i contenuti, ma soprattutto per la funzione di promemoria che svolge verso il compimento di “un diverso corso della Storia”, per citare le parole pronunciate a Sorrento dal Presidente Mario Draghi, il 13 maggio scorso.

Nonostante le parole dedicate al Mezzogiorno e al suo mancato e possibile sviluppo, abbiamo comunque sempre bisogno di qualcuno che ci dia la sveglia, di un orologio che segni l’ora giusta per rimetterci in cammino. E’ Mezzogiorno inoltrato, ormai, ma vale la pena rimettere indietro per qualche istante le lancette dell’orologio, proprio al 13 maggio scorso.

In occasione del Forum “Verso Sud”, Draghi ha ricordato che “Il Mezzogiorno ha tutto il potenziale per convergere rapidamente verso il Centro-Nord. Per farlo, serve prima di tutto la giusta collaborazione tra investimenti pubblici e privati. Serve rafforzare la capacità amministrativa, a partire dalla giustizia, formare le competenze necessarie”.

Le parole del Presidente del Consiglio sono interessanti e il passo indietro è necessario per non disperderne il significato.

Il Mezzogiorno ha tutto il potenziale per convergere rapidamente verso il Centro-Nord”. Da quando?, mi domando. Da sempre? Dagli ultimi venti/trent’anni? Quando abbiamo messo in piedi questo potenziale? Ne facciamo parte? Se esiste un potenziale, di cosa stiamo discutendo?

Per farlo, serve prima di tutto la giusta collaborazione tra investimenti pubblici e privati. Serve rafforzare la capacità amministrativa, a partire dalla giustizia, formare le competenze necessarie“.

Dov’è il soggetto? Manca il soggetto. Potremmo intuire la sua identità, ma il testo non ci viene in aiuto, non dà conferme in tal senso. Senza un soggetto chiaro non potranno mai essere chiare le responsabilità del non fatto (e anche del fatto, magari male). Il noi generico è un noi che rinuncia addirittura ad autoassolversi e sceglie direttamente, suo malgrado, il suicidio.

Lancette a posto e guardiamo avanti.

Dal momento che il Mezzogiorno deve esserci (non apparire) nei programmi delle forze politiche, queste potrebbero adottare un nuovo metodo di lavoro in vista delle prossime elezioni, ma non solo.

La novità potrebbe essere questa: indicare, accanto ad ogni iniziativa programmatica, i soggetti coinvolti nella realizzazione della stessa. Adottare questo metodo, in modo esplicito, potrebbe significare almenco quattro cose:

1) Scongiurare che i programmi delle forze politiche possano essere dei desiderata qualsiasi travestiti da progetti. E’ fondamentale verificare la fattibilità di ciò che si propone e i tempi di attuazione. Non è pensabile che la responsabilità di chi si candida a governare sia limitata al solo proporre. Come dire: noi le idee buone le abbiamo avute, ma altri non hanno saputo metterle in pratica. Troppo facile e troppo comodo. In una solo parola: ingiusto.

2) Fornire ai soggetti coinvolti nella realizzazione dei programmi la possibilità di attrezzarsi per tempo, di evidenziare (anche in campagna elettorale?), anche denunciando, le eventuali criticità o le fragilità che interessano il loro campo d’azione.

3) Dare garanzia all’elettore di serietà e fattibilità delle proposte, tenendo insieme disponibilità delle risorse e consapevolezza dei processi esistenti (da modificare e/o perfezionare).

4) Facilitare le scelte dell’elettore. Di fronte ad obiettivi chiari l’elettore non avrebbe scuse per non votare o, peggio, per esprimere un voto di comodo.

Insomma, una circolarità di idee, progetti e responsabilità che non giustificherebbe più alibi nè per l’elettore nè per l’eletto. Senza alibi il noi diventa se stesso e più forte. Non cerca autoassoluzioni e meno che mai il suicidio.

Solo così potrà esserci un nuovo corso per il Mezzogiorno.

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