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sabato, Aprile 20, 2024

Il ( quasi) santo tenente Colombo

Lunedì, festa di Ognissanti, la prima immagine che ho visto appena sveglia è stata la maglia del tenente Colombo. L’avevo poggiata la sera precedente sulla sedia, nella mia camera, senza sapere minimamente che quella collocazione l’ avrebbe candidata ad essere la prima immagine del mattino da focalizzare. Sguardo indagante, sorriso sgamante (se si può dire), sigaro, e il suo immancabile “Just One more thing!”. Rifletto un po’…a stomaco vuoto ho qualche difficoltà, così scendo a rimediare.Dunque, dove eravamo rimasti? Si, ci sono, al tenente Colombo, un santo mancato, solo perché un personaggio televisivo, però.

Nel modo di vivere di Colombo ci sono tre costanti: l’abbigliamento e l’aspetto trasandato, la verità da affermare, la ricerca estenuante della giustizia. Lo vediamo arrivare sulla scena del crimine con l’impermeabile stropicciato, i capelli arruffati, non perfettamente sbarbato. A volte dalle tasche del suo impermeabile inseparabile tira fuori qualche banana, uova, oppure qualche sacchetto con ciambelle che mangia a mani nude, usando poi proprio il suo impermeabile per togliere via l’unto da queste. Insomma, un pasticcione. E la sua auto? Meriterebbe uno speciale TV a parte.

Tuttavia il tenente è sempre attento, un acuto osservatore, sempre sul pezzo. Lui e il suo obiettivo sono una cosa sola. Per lui conta affermare la verità, cercare la giustizia con  le armi fornitegli dall’intelligenza. Tra queste la capacità di fare domande, fino allo sfinimento, se serve. A mio avviso questi tratti possiamo ritrovarli nella vita di una persona in cammino verso la santità, che è pienezza di vita. Ogni sera, infatti, a conclusione del giorno vissuto, ognuno di noi consegna le proprie azioni. Seppure animati dalla buona fede non è detto che quelle azioni siano state buone o abbiano prodotto del bene, nonostante l’impegno profuso. Così ci presentiamo davanti a Lui con i tratti della nostra imperfezione, goffaggine. Come il tenente Colombo, con gli stessi capelli arruffati, lo stesso impermeabile stropicciato, il viso stanco….Imperfetti, ma sempre amati e accolti, nonostante l’odore di unto sui nostri abiti.

Come il tenente Colombo, con la stessa voglia di capire, la necessità di esclamare il nostro “Just One more thing”. Un santo è in continuo dialogo con Dio, perché infinite sono le cose che non comprende e che ha, invece, assoluto bisogno di comprendere. Ciò che conta, a fine giornata, non è vincere o perdere, se abbiamo risolto il caso oppure no, non è importante l’abito, ma la sincerità del cuore, del nostro impegno, la continua ricerca della giustizia. 

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