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giovedì, Marzo 28, 2024

Il lavoro: collante di un Paese di piccole patrie?

“L’Italia delle piccole patrie è pericolosa”.

Maurizio Landini, Segretario Generale della CGIL, ha commentato con queste parole le dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in merito alla differenziazione degli stipendi dei professori:

“Chi vive e lavora in una regione d’Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più”.

Una differenziazione possibile? Auspicata? Necessaria? Lascia perplessi la disinvoltura con la quale ci si avventura nell’area di processi delicati, prefigurando scenari che inevitabilmente mirano a compiacere, seppur senza solidità di argomenti, una determinata porzione di Paese.

Lascia attoniti anche la disinvoltura del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini nell’annunciare la creazione di nuovi posti di lavoro nell’edilizia e nel settore delle Infrastrutture, trascurando ( volutamente?) un dato importante: questi comparti sono alla spasmodica ricerca, da anni, di personale competente.

Secondo i dati dell’Osservatorio Ance e secondo le stime dell’ Agenzia per il Lavoro Orienta mancano all’appello: muratori specializzati e qualificati, manovali, carpentieri, cappottisti, idraulici, pavimentisti, assistenti cantieri, gruisti, minatori, fresisti, facchini, tipografi.

La fotografia della realtà, che la politica deve assolutamente osservare, guardandosi bene dal non ritoccarla con filtri o altri artifici, suggerirebbe al Ministro Salvini di mitigare l’orgoglio personale con una buona dose di responsabilità civile. Come? Magari avviando un buon dialogo con il Ministro dell’Istruzione, per verificare la proposta formativa che gli istituti professionali offrono agli studenti, migliorandola e/o adeguandola alle esigenze del mercato del lavoro.

Tutto questo senza trascurare, ovviamente, la mission prioritaria della scuola: l’educazione alla vita, al pensiero, alla cittadinanza in una società che si trasforma.

Se il suggerimento fosse accolto i risultati potrebbero essere almeno tre:

  • si valorizzerebbe l’ importanza di un processo di corresponsabilità istituzionale;
  • il Ministro Salvini potrebbe annunciare l’aumento dell’offerta di lavoro nel campo dell’ edilizia e delle infrastrutture a fronte di una crescente domanda;
  • il Ministro Valditara potrebbe apportare significativi miglioramenti all’offerta formativa degli istituti tecnici e professionali presenti su tutto il territorio nazionale, impegnandosi a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, di gran lunga più urgente della differenziazione degli stipendi dei docenti e non solo.

Appare chiaro, ancora una volta, che la difesa esclusiva della porzione di potere personale e della parte politica di appartenenza vizi verosimilmente l’esercizio della cura della cosa pubblica da parte di chi è direttamente investito di tale compito.

Risultato?

Il lavoro, le professioni più nobili e più faticose sono mortificate da un agire che rischia di creare piccole patrie, seppur il Governo in carica si fregi di rimettere al centro la Patria.

Il lavoro, posto anche a fondamento della nostra Costruzione, può e deve essere il collante di un Paese che, coeso, anela a risorgere, anche se la coltre di nebbia che ci avvolge potrebbe farci credere il contrario.

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