Il Consiglio dei ministri ha completato nelle ultime ore i lavori concernenti la nuova legge di bilancio, approvandone il testo tempestivamente.
Per realizzare tutto quanto è stato promesso, necessitano 35 miliardi. Di questa importante somma ben 21 miliardi sono in deficit.
L’esecutivo ha concentrato la maggior parte delle risorse per contrastare l’aumento vertiginoso dei costi energetici.
Nodi cruciali della prossima finanziaria sono:
1) il ridimensionamento della portata del Reddito di Cittadinanza(entrato in vigore col primo governo guidato da Giuseppe Conte, ora Presidente del Movimento 5 Stelle);
2) l’attuazione di una mini “flat tax” e una piccola riforma del sistema pensionistico attualmente vigente.
Occorre cercare di spiegarle, in breve, per avere un quadro generale più chiaro.
Partiamo dal secondo punto: in attesa di un disegno di legge più articolato, il documento approvato in Consiglio dei ministri prevede “Quota 103”: la possibilità di andare in pensione a 62 anni, avendo versato contributi per almeno per 41 anni. Le pensioni minime sono state, invece, incrementate fino a 600 euro.
Per tutti i lavoratori con partita IVA con un reddito parti a 85 mila euro è prevista una flat tax pari al 15%.
Più soldi ai lavoratori arriveranno anche dal taglio al Cuneo fiscale (ovvero la differenza tra lo stipendio lordo e il corrispettivo netto di ogni lavoratore in busta paga).
Come si accennava precedentemente, nell’ipotetica manovra di governo, attesa ancora dall’esame in Parlamento, è previsto un progressivo ridimensionamento del Reddito di cittadinanza nel 2023: per tutto il corso del prossimo anno la misura verrà mantenuta con l’erogazione del sussidio per un massimo di 8 mesi, ma il singolo cittadino perderà il beneficio al primo rifiuto di un’offerta lavorativa. Dal 1 gennaio 2024 il Reddito verrà cancellato definitivamente, ma per gli inabili al lavoro e tutte le altre categorie sociali più deboli verrà implementato un nuovo fondo ad hoc.
Questa decisione da parte dell’esecutivo ha suscitato non poche polemiche e malumori nell’opposizione e più in generale nell’opinione pubblica. Il sussidio, nonostante le varie incongruenze e difficoltà che ha incontrato da quando è divenuto realtà, ha aiutato molte persone e nuclei familiari meno abbienti.