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giovedì, Aprile 25, 2024

E allora? Buon Natale

Il cielo infuocato di questa sera ha lasciato molti di noi con il naso all’insù. Senza parole, alla vigilia del santo Natale, siamo rimasti a contemplare qualcosa di indescrivibile, una bellezza nuova, capace di togliere il fiato, di cui probabilmente abbiamo grande nostalgia.  L’abbiamo immortalata con numerose foto postate subito sui social. Immagini raffiguranti lo stesso cielo, la stessa meraviglia, da angolazioni diverse.

Non è stato tanto sorprendente vedere tanti scatti nel giro di pochi istanti, quanto la consapevolezza di essere stata rapita, insieme a molti altri, nella stessa frazione di tempo, da qualcosa di bello, da tutti riconosciuto come tale.

Riconoscere insieme ciò che è bello, ciò che è buono, non può non essere motivo di grande speranza per tutti noi. La bellezza unisce e dovremmo cercare di riscoprirla non soltanto nello spettacolo che il cielo e tutta la natura ci offrono, quanto nell’uomo e, dunque, anzitutto in noi stessi, ancor prima che negli altri.

Le festività natalizie sono sempre più caratterizzate da giornate frenetiche, da corse all’acquisto dei regali, mentre dovremmo riuscire a coglierle come opportunità per fermarci, per ascoltare quanto in noi chiede di essere ascoltato, di avere cittadinanza.

Già…la cittadinanza. Forse, prima ancora di domandarci quale opera buona possiamo compiere per questo Natale, per festeggiare degnamente il Signore che viene, dovremmo domandarci che valore ha per noi la parola cittadinanza. No, non mi riferisco al reddito di cittadinanza, alla pensione di cittadinanza, a qualsiasi formula che “condizioni” il significato che cittadinanza racchiude in sè. Non mi riferisco neppure a quell’essere cittadini di una comunità virtuale in cui la persona può diventare un mero esecutore di una volontà altra, rinunciando alla propria libertà di pensiero e di azione.

La cittadinanza alla quale mi riferisco è quella che ha come obiettivo il bene comune.

Il bene comune impegna tutti i membri della società: nessuno è esentato dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo. Il bene comune esige di essere servito pienamente, non secondo visioni riduttive subordinate ai vantaggi di parte che se ne possono ricavare, ma in base a una logica che tende alla più larga assunzione di responsabilità. Il bene comune è conseguente alle più elevate inclinazioni dell’uomo, ma è un bene arduo da raggiungere, perché richiede la capacità e la ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio” (Compendio DSC).

E allora? Buon Natale a tutti, buona riscoperta del nostro essere cittadini….”alla ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio”.

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