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venerdì, Aprile 19, 2024

Come un’orchestra

Anche ieri, come da tradizione, abbiamo potuto apprezzare la bravura delle orchestre che si sono esibite rispettivamente a Venezia (teatro la Fenice) e a Vienna (Sala D’oro del Musikverein). L’immagine dell’orchestra, dei musicisti guidati da un direttore, viene spesso utilizzata per indicare la bellezza del lavoro di squadra, l’importanza del contributo che ognuno, nella diversità, può offrire all’interno di una comunità, l’insostituibile valore della differenza. Pensiamo, ad esempio, se tutti i musicisti suonassero lo stesso strumento! Sarebbe un bel problema e una grande noia.

Il fatto è che a vederli quei musicisti sembrano impeccabili nello stile, nel portamento, nell’esecuzione dello spartito che hanno ricevuto. Questo può indurre a pensare che lavorare in squadra, lavorare insieme, è affare di pochi eletti e pochi perfetti. Potrebbe addirittura suonare come un invito ad una ritirata. La perfezione che ci raggiunge è data dalle luci, dalle riprese ben programmate. Se, infatti, assistiamo ad un concerto dal vivo, ci accorgiamo che il suono della melodia che ascoltiamo, e dunque l’ottimo risultato di quel lavoro di squadra, è prodotto da persone normalissime: c’è chi, approfittando della telecamera rivolta ad un altro obiettivo, tossisce leggermente, chi si asciuga frettolosamente il sudore della fronte con un fazzoletto, chi fa gesti al compagno accanto per segnalare un problema, e così via.

Un’orchestra è anche questo. Una normalità che trasuda impegno e non accettazione delle proprie insufficienze. Ogni buon risultato è frutto di allenamento, di sacrificio. Il Presidente Mattarella ce lo ha anche ricordato nel suo messaggio di fine anno: “Soltanto il lavoro tenace, coerente, lungimirante produce risultati concreti. Un lavoro approfondito, che richiede competenza e che costa fatica e impegno”.

 

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