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lunedì, Settembre 25, 2023

Come merce scaduta

“Sono 20,30,40 anni che parliamo degli stessi problemi, ma siamo sempre fermi al punto di partenza. Lo scenario non cambia”. Sia che si parli di politica, associazionismo cattolico e non, di sanità, di Mezzogiorno, di viabilità, il sigillo posto a conclusione di ogni dibattito pubblico e privato è sempre il medesimo.

Siamo un po’ bugiardi o abbiamo poca memoria, però. Che dire infatti, dei rimedi proposti per risolvere o quantomeno ridurre i problemi che attanagliano la nostra esistenza?

Magari abbiamo disposto di un bagaglio di buone soluzioni e lo abbiamo trascurato, non ne abbiamo fatto tesoro. Una soluzione che poteva essere vincente due o tre anni fa, oggi potrebbe non esserlo più. Le circostanze, i tempi, gli attori cambiano e quindi occorre sempre rivedere le proposte, aggiornarle o riscriverle.

Forse pensiamo che soltanto il cibo, le bibite, i farmaci abbiano una data di scadenza. Non è così. Anche le soluzioni ideate per risolvere questioni annose, sanare divari sociali, ingiustizie hanno un termine di efficacia.

Se riuscissimo ad avere contezza di tutto il materiale sprecato nel tempo ( idee, suggerimenti, proposte, progetti) rimarremmo sgomenti! Quel che è peggio è che abbiamo sciupato il capitale e l’interesse che questo avrebbe potuto produrre.

Potrei, a questo punto, concludere con un “nulla è perduto”, sfoderando ottimismo. Invece no. La mia speranza, oggi, è quella di riuscire a far percepire il dolore di una perdita e di uno spreco.

Sui banchi di scuola abbiamo imparato a leggere e a scrivere. Tra le pieghe del tempo e della vita impariamo a fare memoria delle esperienze per non ripetere gli stessi errori.

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