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venerdì, Marzo 29, 2024

Il giallo “Comma 2” Codice degli Appalti: l’ombra della deregulation?

In merito all’abrogazione del comma 2 dell’ articolo 211 del Codice degli Appalti non abbiamo ancora ricevuto una riposta che possa definirsi esaustiva. Uno strafalcione oppure un meccanismo ben congegnato? Nel caso prevalesse la seconda ipotesi, quali potrebbero essere i motivi che hanno posto in essere il giallo “Comma 2”? La domanda è: perchè o per chi? Riuscire a rispondere esattamente a questo primo quesito aiuterebbe nella ricostruzione dell’accaduto. E se fosse proprio la parola “ricostruzione” la chiave di tutto? Il riferimento, in questo contesto, va al processo di ricostruzione nelle zone del Centro Italia, dove il terremoto ha provocato morte, messo in ginocchio intere famiglie e aziende.

Qualche mese fa, infatti, si ipotizzò di uno scudo di Cantone per i sindaci e di appalti veloci senza gara, entrambi presentati come due punti fermi della riforma della Protezione civile. Il Premier Gentiloni espresse la volontà di dare più poteri a Fabrizio Curcio (Protezione civile) e a Vasco Errani (Commissario per la ricostruzione). La risposta di Raffaele Cantone, riportata dal quotidiano La Stampa , fu una soltanto, ma inequivocabile: attenzione ad una spinta verso la deregulation in nome dell’emergenza, anche perchè «l’Anac non ha mai impedito un solo atto della Protezione civile, e sfido chiunque a dimostrare il contrario».  Inoltre, asserì Cantone, «va affermato con assoluta chiarezza che le norme di Protezione civile previste nel codice dei contratti consentono alla Protezione civile di fare tutto in assenza sostanzialmente di criteri e regole particolarmente rilevanti o quantomeno con una deregulation amplissima».

Cosa accade oggi, di fatto, con l’abrogazione del comma 2 dell’articolo 211 del Codice degli Appalti? Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha auspicato una “verifica” da parte del Consiglio dei Ministri sugli effetti della cancellazione del comma, che avrebbe come conseguenza la riduzione dei poteri dell’Anac in materia di vigilanza. E’ davvero necessaria la verifica sulle conseguenze oppure è evidente che con l’abrogazione del comma dell’articolo in  in oggetto si delineano i contorni di quella deregulation, scongiurata appena qualche mese fa, proprio da Cantone ? E’ in arrivo davvero la catastrofe annunciata dal Presidente dell’ANAC, le cui conseguenze non sarebbero neppure paragonabili a quelle che il terremoto ha causato per i nostri connazionali? La corruzione cresce e non possono non risentirne (ovviamente in negativo) la competitività, gli investimenti, la produttività, il progresso, l’occupazione del nostro Paese.

Quando si hanno in mano documenti importanti per la vita del Paese, niente può avvenire per caso, per errore, o addirittura, all’insaputa ……di chi, poi?

Comunque lo si voglia raccontare, quanto accaduto, ossia l’abrogazione del comma strategico del Codice degli Appalti e le modalità con cui tale soppressione è avvenuta, desta seria preoccupazione e non può che riportare alla mente quanto scrisse il magistrato Giuseppe Ayala nel libro “Chi ha paura muore ogni giorno” (Mondadori, 2008), dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, colleghi di lavoro e amici:

Per poter affrontare un avversario con qualche buona chance di vittoria, la precondizione è quella di averlo davanti, contrapposto, perchè rappresenta l’altro rispetto a te. (…) Immaginiamo un incontro di calcio. Le istituzioni da una parte, l’avversario dall’altra. Le squadre sono ben definite e riconoscibili senza difficoltà, perchè indossano maglie di colore diverso. (…) Il pubblico non è in condizioni di seguire l’incontro, se vede i giocatori che dovrebbero stare da una parte schierarsi dall’altra e viceversa. E’ mancata la precondizione. Con alle spalle quello che dovrebbe essere il tuo avversario, che ti chiede magari di passargli la palla, come è possibile giocare? La partita è truccata.

Giuseppe Ayala si riferiva alla lotta contro la mafia, ma questa partita potrebbe essere trasferita anche nel campo di contrasto alla corruzione. Se è vero, infatti, che c’è una volontà politica condivisa su questi temi, perchè ci ritroviamo a discutere dell’indebolimento di un potere, concepito proprio con tale obiettivo?

 

 

 

 

 

 

 

 

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