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sabato, Aprile 20, 2024

Voltare pagina, scrivere di noi

L’espressione “voltare pagina” viene spesso utilizzata per indicare la volontà di cambiare qualcosa nella nostra vita. Cambiare direzione, intraprendere un nuovo cammino, instaurare nuove relazioni e così via. Al di là dell’uso che  facciamo di questa espressione, noi voltiamo pagina quando abbiamo terminato di leggere le parole in essa riportate o quando è esaurito lo spazio a disposizione per poter scrivere nuove parole. Una pagina può avere diverse dimensioni ma lo spazio che offre, in ogni caso, ha dei confini. Oltre quel confine troviamo una distesa bianca, tutta da scrivere, da riempire, con pensieri, parole, gesti. In poche parole, con la nostra vita.

Il poeta Jean Debruynne scrive:

Ti auguro di vivere
senza lasciarti comprare dal denaro.
Ti auguro di vivere
senza marca, senza etichetta,
senza distinzione,
senza altro nome
che quello di uomo.
Ti auguro di vivere
senza rendere nesuno tua vittima.
Ti auguro di vivere
senza sospettare o condannare
nemmeno a fior di labbra.
Ti auguro di vivere in un mondo
dove ognuno abbia il diritto
di diventare tuo fratello
e farsi tuo prossimo.

E’ la vita l’inchiostro che abbiamo a disposizione per scrivere di noi, delle nostre scelte, dei nostri affetti, del nostro modo di partecipare. Un inchiostro indelebile, inesauribile. Pagina dopo pagina, infatti, componiamo il nostro libro, il testamento, la nostra eredità da consegnare a questo mondo.

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