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venerdì, Aprile 26, 2024

Volere tutto e non volere niente

Vi è mai capitato di chiedere a qualcuno di individuare l’ostacolo che di fatto gli impedisce di realizzare un progetto? Quando, magari, sentiamo esclamare: “Mi piacerebbe andare a Milano, ma non posso”. Nel limite della confidenza consentita ci ritroviamo a chiedere: “Perchè non puoi?”

Il nostro interlocutore motiva la risposta e noi ascoltiamo. Qualche tempo dopo assistiamo alla medesima scena. La persona che abbiamo di fronte esprime lo stesso desiderio, ma la motivazione questa volta cambia. Il “ciak si gira” si ripete e ogni volta la scena cambia proprio nel medesimo punto: la motivazione. L’obiettivo è sempre lo stesso, è solo l’ostacolo che cambia nome.

A questo punto viene naturale porsi una domanda: lo scoglio nel quale di volta in volta individuiamo un impedimento per la realizzazione di un progetto è un ostacolo davvero esistente oppure dietro a quel limite si nasconde un’altra motivazione? La mancata realizzazione potrebbe infatti risiedere nel non volere davvero raggiungere quella determinata meta. Attendere il momento perfetto non è in realtà un ottimo stratagemma per rinviare alcune scelte o impegni?

In questi giorni abbiamo potuto leggere la valanga di commenti negativi espressi da più parti nei confronti di Greta Thunberg, la quindicenne svedese che è riuscita a portare a casa un ottimo risultato: porre al centro le problematiche ambientali. La narrazione da parte di molti di dietrologie, tatticismi, manipolazioni ha impedito di cogliere il vero significato di quanto è avvenuto: c’è ancora un mondo buono che vive e che si batte per cause nobili, attraverso l’uso di parole dense di significato, senza portare offese al prossimo, senza volgarità né violenza.

Gli autori dei commenti poco gentili nei confronti di Greta si sono presentati come ambientalisti convinti, come cercatori del bene comune. Però, c’è un però che si presenta ciclicamente. Così come l’interlocutore citato nell’esempio inventa sempre una “scusa” per non fare, perchè in realtà non vuole davvero quello cui brama raggiungere, così chi vede nell’altro un esempio buono, che con originalità, coraggio, muove qualche passo, aggiunge spesso un ma, un però che ne squalifica l’azione.

“Però sarebbe stato meglio che” oppure “non è così che si affrontano determinate questioni”. Gli esempi potrebbero essere ancora tanti. Un ma e un però che non vengono evidenziati se non quando qualcuno, con più fantasia e concretezza di noi, smuove qualcosa che noi non abbiamo smosso. Né in un modo né in un altro.

Volere tutto e non volere niente. Forse è proprio questo il nostro vero problema.

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