9.2 C
New York
sabato, Aprile 20, 2024

Stabilizzazione dei precari in Calabria: un regalo di Natale?

Chi ha detto che il diavolo si nasconde nei dettagli non ha sbagliato. Con grande esultanza qualche giorno fa abbiamo appreso la notizia della stabilizzazione in Calabria di 71 lavoratori, avvenuta dopo anni di precariato. L’obiettivo raggiunto porta la firma della nuova giunta regionale guidata dal Presidente Occhiuto.

Ad annunciarlo è Giusi Princi, vicepresidente della Giunta con delega al lavoro, che saluta con sincera contentezza il primo risultato raggiunto in ambito occupazione.“Oggi salutiamo con soddisfazione un risultato di spessore, raggiunto in pochissimo tempo dal nostro insediamento: un piccolo grande regalo di Natale per 71 lavoratori calabresi”. È con l’approvazione della proposta di legge per la modifica e integrazione della legge regionale 25 giugno 2019 n. 29, storicizzazione delle risorse del precariato storico, che la Regione Calabria è riuscita a dare maggiore dignità a decine di precari, che da adesso si possono finalmente dire stabilizzati. (per leggere il comunicato nel sito della Regione Calabria)

Il precariato è uno dei volti più feroci della incertezza. E’ il volto del silenzio che relega il lavoratore in uno stato di insicurezza, rendendolo più fragile, vulnerabile. E’ la vita dal respiro corto, insomma. Progetti? Investimenti? Tutto da rinviare o più semplicemente da accantonare, perché il freddo della rassegnazione impedisce con il tempo di pensare, spegne anche la più piccola illusione di un domani diverso dal presente.

Una notizia bella, allora, quella che ci giunge dalla Regione! Certo, ma comunicata, credo, in modo errato e pericoloso. Qualcuno si domanderà il perchè. Perchè fare la guastafeste quando finalmente una buona notizia giunge ad allietare questo Santo Natale?

La ragione è molto semplice e presto condivisa: il lavoro non può mai essere considerato un regalo, piccolo o grande che sia. Il termine regalo non può mai essere accostato al lavoro, soprattutto in una terra in cui la battaglia per un voto libero e responsabile non è stata ancora vinta. Il lavoro è conquista e diritto.

Chi si adopera, come nel caso in oggetto, per l’affermazione di un diritto, chi si spende per questo, ha compiuto solo il suo dovere. Non per fare un regalo. Nessun regalo. No, mai.

Non so, a questo punto, se sperare di più che l’errore di comunicazione stia stato fatto intenzionalmente oppure per trascuratezza o distrazione. So, però, cosa augurare a me stessa, ai lettori, più semplicemente ai cittadini: la necessaria vigilanza perché nessuno possa smantellare, giorno dopo giorno, con la nostra silente complicità, il vocabolario dei diritti e dei doveri costituzionali.

“Stare sempre all’erta é il prezzo della libertà” (Desmond Tutu)

Rispondi

Settore edile: la campagna informativa dell’Autorità Europea del Lavoro

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano aderisce alla campagna #EU4FairConstruction lanciata oggi dall’Autorità Europea del Lavoro (ELA). In linea con le proprie...

Cittadini come discount comanda?

Tutto ha inizio in Germania nel secondo dopoguerra. I fratelli Karl e Teo Albrecht colgono il principale bisogno dei consumatori tedeschi: trovare e acquistare...

Salario minimo: si riparte dalle comiche?

Ancora altri 60 giorni perchè in Parlamento si ritorni a parlare di salario minimo. Pierpaolo Bombardieri, Segretario generale UIL, esprime dissenso per la decisione...

Caro The Job Enquirer…

Sono trascorsi sette anni dall'apertura di questo blog che ha contribuito a differenziare ed ampliare il panorama informativo nel vasto mondo del web.Sebbene il...

Il potere per il potere

“Il padrone sa 1000 parole, tu ne sai 100; ecco perché lui è il padrone”, diceva don Lorenzo Milani. Una frase che trasuda ingiustizia,...