Oggi mia madre compie gli anni e il pensiero non può che essere totalmente per lei. Quando una madre compie gli anni pensi alle esperienze che ha vissuto, che in diverse occasioni ti ha raccontato. Ricordi i momenti difficili in cui le sei stata accanto e soprattutto quelli in cui lei è stata accanto a te. Sorridi mentre constati che hai avuto, in ogni caso, una fortuna sfacciata ad avere una donna simile come madre, senza ovviamente togliere nulla a mio padre. La mamma è la mamma, lo diceva anche lui. Ruoli diversi, speciali entrambi.
Mi capita spesso, quando siamo vicine vicine, magari a guardare la TV o, semplicemente a parlare, di toccarle la pancia e pensare, a volte anche a voce alta, come possa essere incredibile e meraviglioso che io sia stata lì dentro: accolta, custodita, amata. Una fonte di gioia questa consapevolezza, sia per me che per lei. Per lei anche motivo di dolore fisico. Siamo abituati a pensare alle cose nel loro risultato finale, per come si presentano a noi. Se vediamo una sedia, ad esempio, non pensiamo al lavoro che è stato necessario per realizzarla, alla fatica del falegname.
Se guardiamo un’opera d’arte godiamo della sua bellezza, ci gloriamo del fatto che il nostro Paese vanti artisti bravissimi e conosciuti in tutto il mondo. Non pensiamo alla fatica nel concepire l’opera, il travaglio dell’artista nel tradurre una pura ispirazione in materia. Dovremmo forse pensare un po’ di più ai parti come a processi che rendono possibile che un seme di speranza, che è la vita poi, diventi realtà, vitalità, con amore e anche dolore. Il riferimento, ovviamente, va a tutte le opere finalizzate al bene comune.
Ecco, quando una madre compie gli anni dovremmo pensare al dono del tempo che ci è dato, alla nostra vita che proviene da un’altra vita. Di fronte a questo sì alla vita non possiamo non avvertire un profondo senso di libertà, di responsabilità per non tradirla e tanta tanta gratitudine che non può non tradursi in impegno a favore del bene, di altra vita.