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venerdì, Marzo 29, 2024

La staffetta

«Un passo avanti di uno segna un passo avanti per tutti. Tutti si riparte cioè dal punto più avanzato, come in una sorta di staffetta per l’umanità, in cui una generazione consegna all’altra i propri risultati, e questa svilupperà cose ancora più evolute, più raffinate, più progredite.

Questa legge dell’uno per tutti non vale però in ogni campo. Ci sono ambiti della vita in cui tutti avvertiamo di dover progredire, di dover fare dei passi in avanti, eppure sappiamo bene che quei passi nessuno può farli al posto nostro. Giovanni Crisostomo ci avverte ad esempio che tutti dobbiamo personalmente vincere l’intemperanza. Saper governare se stessi è un passo importante nella maturazione di una persona, è un progresso, eppure è chiaro che non si misura sulla parabola del genere umano, ma su quella della vita di ogni persona. E’ per questo che può benissimo accadere che uomini e donne vissute in tempi antichi siano arrivati più lontano di noi che viviamo nell’era tecnologica».

Questo è quanto scrive il prof. Giovanni Grandi nel suo libro “Decidersi”.

Vincere l’intemperanza. Possiamo tranquillamente asserire che vincere l’intemperanza è davvero una bella sfida per l’uomo, oggi ancora di più.

E’ una sfida per l’uomo e la donna in generale, per i politici in particolare, tanto più se li immaginiamo per un attimo intenti all’uso dei nuovi strumenti tecnologici. E’ un gareggiare a chi è più irruento, più sarcastico, più feroce, più volgare, più egocentrico. Le conseguenze non contano.

Non siamo più in presenza della legge dell’uno per tutti, bensì della logica di un io smisurato che fagocita ogni possibilità di crescita e la polverizza.

In presenza di tale logica la vita non è più un dono e l’impegno a migliorarsi e a migliorare non ha ragion d’essere.

Quella che viviamo è un’ora buia, anche se non è la prima ora buia che il genere umano vive.

Noi cattolici affermiamo che nulla è impossibile a Dio. Ci sono momenti, però, in cui verrebbe da esclamare che nulla è impossibile all’uomo, soprattutto quando sceglie la via della non libertà.

Tuttavia non tutto è perduto. E’ proprio in questi momenti che il male solletica il bene. Un bene assopitosi, suo malgrado, nella tiepidezza e nella comodità. Qualcosa improvvisamente si sveglia favorendo nell’uomo un processo di maturazione interiore arrestatosi improvvisamente.

Ed è proprio a questo punto che si riaccende la partita e la staffetta riparte.

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