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venerdì, Aprile 19, 2024

E tutto per una promessa

Che cos’è una promessa?

“La promessa è l’ impegno preso liberamente e sulla parola, o anche in forma legale, di fronte ad altri, di fare o dare qualche cosa”. (Treccani)

Nel caso di Salvini e Di Maio abbiamo promesse sulla parola, sulla carta (c’è un contratto di governo) e un altare sul quale sta per essere sacrificato tantissimo, al netto di quelle promesse, pur sempre rimodulate. Dino Pesole scrive oggi su Il Sole 24 Ore: “La manovra è cambiata, frutto della lunga trattativa con Bruxelles: da una parte la riscrittura dei saldi della manovra, dall’altra un nuovo obiettivo del deficit al 2%. Il governo ha evitato la procedura di infrazione. Non basterà a far venir meno la vigilanza da parte della Commissione europea, pronta a rivedere i saldi il prossimo anno. La scommessa del governo si gioca sulla possibilità che le due misure – reddito di cittadinanza e quota 100 – possano garantire l’incremento del Pil all’1%”.

I vari flash che si susseguono in queste ore sui giornali, prima che il maxiemendamento arrivi (quando?) a Palazzo Madama per la fiducia, somigliano a quei post attaccati ad una grande lavagna, quelli che gli investigatori mettono uno accanto ad un altro per provare a ricostruire una storia, una vicenda, per trovare il colpevole di un misfatto. Come sempre, come è successo nell’evolversi della trattativa con la Commissione Europea, sarà la realtà a portare in superficie le promesse tradite, le istituzioni umiliate, come ha ricordato Emma Bonino, le minacce alla libertà e al pensiero critico, come ha denunciato Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

Sarà la realtà a dimostrare come la difesa di due promesse, una di colore giallo e l’altra di colore verde, sia l’emblema di un potere alla ricerca del consenso, posto drammaticamente a idolo, a cui tutto può essere sacrificato, e non del bene comune. Non solo. La difesa di quelle promesse e il consenso rinnovato da parte dell’elettore, nonostante la presa d’atto dell’incompetenza di chi è attualmente al Governo ( consulta sondaggio Quorum pubblicato il 19 dicembre scorso), è allo stesso tempo conferma dell’impossibilità, nel momento presente, di scegliere una alternativa.

Le opposizioni oggi denunciano l’umiliazione del Parlamento italiano. E’ giusto che le opposizioni denuncino quello che sta accadendo e quello che è già accaduto. E’ ancora più giusto, però, oltrechè urgente, che le opposizioni si indignino con loro stesse, a motivo di una incapacità di coesione, di ascolto, alla quale può essere riconosciuta una importante responsabilità nello scenario drammatico venutosi a creare.

 

 

 

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