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venerdì, Aprile 19, 2024

Check up Mezzogiorno: da Confindustria un risultato già annunciato

E’ sempre più evidente che le varie statistiche, gli studi prodotti dai diversi istituti, privati o pubblici che siano, non vadano semplicemente letti, bensì interpretati attraverso un collegamento con i precedenti.

A tal proposito, ecco cosa emergeva nel check up Mezzogiorno messo a punto da Confindustria nel dicembre 2018:

Il Check up Mezzogiorno di dicembre mostra un’economia meridionale che tiene il passo moderato, ma sempre più lento rispetto a quello seguito negli ultimi due anni, spinto dagli investimenti delle imprese, in particolare di quelle manifatturiere, e da una discreta performance sui mercati esteri. La fiducia resta abbastanza positiva, così come discrete restano le attese delle imprese industriali riferite a produzione e ordini. Ma i risultati meno lusinghieri delle micro imprese, tuttora prevalenti al Sud, il rallentamento dell’occupazione e del credito bancario, la situazione congiunturale complessiva del Paese e, soprattutto, una crescente debolezza dell’attore pubblico nel sostenere, con gli investimenti, la crescita economica dipingono una immagine del Mezzogiorno in cui gli elementi di preoccupazione iniziano a farsi più evidenti, e con essi a divenire più concreta la prospettiva di un rallentamento del ritmo di crescita.

Cosa succede oggi, appena sette mesi dopo?

Il Check up Mezzogiorno di luglio 2019, elaborato sempre da Confindustria e SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, consegna un risultato già annunciato, che non accenna a migliorare, semmai a peggiorare.

Questo il dato:

Nonostante i 5 indicatori che compongono l’Indice sintetico dell’economia meridionale ( PIL, imprese, occupati, export, investimenti) facciano segnare un piccolo miglioramento, continui a crescere l’export e “la fiducia delle imprese manifatturiere si mantenga su valori elevati (e migliore della media delle altre ripartizioni), i primi mesi del nuovo anno fanno tuttavia registrare, per più di un indicatore, una vera e propria inversione di tendenza”.

Si registrano i seguenti segnali negativi:

  • una quota più ampia di PMI di capitali vede peggiorare il proprio merito di credito;
  • tornano ad aumentare, nel primo trimestre 2019, i giorni di ritardo dei pagamenti tra imprese;
  • tornano a crescere, nel 2018 i fallimenti, così come le liquidazioni volontarie, possibile sintomo del peggioramento della percezione sulle aspettative future degli imprenditori meridionali;
  • calano gli investimenti pubblici nelle regioni meridionali, in confronto alla spesa pubblica in conto capitale pro capite del Centro-Nord che torna ad essere, nel 2017, di quasi 500 euro più elevata di quella del Mezzogiorno (fonte Confindustria).

Secondo Confindustria “occorre rimettere il Mezzogiorno sul sentiero di una crescita duratura attraverso una politica centrata sull’impresa”. Rimettere o mettere? Non è una domanda oziosa o che intende minimamente svilire gli sforzi messi in campo finora.

Per capire quale sia lo stato di salute del Mezzogiorno possiamo attenerci soltanto ai punti estrapolati dall’intero Rapporto oppure è necessario approfondire e provare a comprendere, ad indicare, eventualmente, quali possano essere le strade per rimettere il Mezzogiorno sul sentiero di una crescita duratura?

Buona la seconda.

Proprio per questo nei prossimi giorni seguiranno approfondimenti su tutti gli ambiti inseriti nel Check up: le imprese (aspetti reali e finanziari), le dinamiche creditizie, le esportazioni, il mercato del lavoro, formazione e innovazione, turismo e cultura, demografia e qualità della vita, le infrastrutture, fare impresa ed efficienza della P.A.

E se fosse stato trascurato qualche aspetto importante ai fini di un check up completo?

Occhio vivo!

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